Ultimo aggiornamento: 25 novembre – Leggi il comunicato di EA Sports
Attraverso una serie di messaggi pubblicati su Twitter l’attaccante del Milan Zlatan Ibrahimovic si è scagliato contro EA Sports, affermando di non aver esplicitamente concesso i diritti di utilizzare il suo nome ed il suo volto su FIFA!
Who gave FIFA EA Sport permission to use my name and face? @FIFPro? I’m not aware to be a member of Fifpro and if I am I was put there without any real knowledge through some weird manouver.
— Zlatan Ibrahimović (@Ibra_official) November 23, 2020
And for sure I never allowed @FIFAcom or Fifpro to make money using me
Ultimo aggiornamento 2024-11-24
E’ lo stesso Ibrahimovic però in un certo senso ad individuare il colpevole, ossia la FIFPro, l’associazione dei calciatori professionisti di tutto il mondo, organizzazione patrocinata dalla FIFA, la federazione calcistica internazionale: in base agli accordi esistenti (sin dal 1995) fra la FIFA e le varie federazioni nazionali che sono iscritte alla FIFPro (e nel caso di Ibrahimovic sia l’Italia che la Svezia ne fanno parte) EA Sports (così come Konami per PES) sono autorizzate ad utilizzare il nome reale e l’aspetto dei giocatori ancora in attività nei campionati, come la Serie A, che fanno appunto parte dei paesi membri.
Come abbiamo spiegato in altre occasioni è ad esempio questo uno dei motivi per cui nel campionato brasiliano troviamo tutti calciatori “fittizi”, con nomi e volti “di fantasia”: il Brasile non è infatti fra i paesi membri della FIFPro ed in tal caso, se EA Sports volesse inserirli in FIFA dovrebbe purtroppo trattare singolarmente con ogni atleta i diritti d’immagine, cosa che per ovvi motivi risulta essere praticamente infattibile.
Parentesi a parte poi bisogna farla per le icone, quindi calciatori non più in attività, dove, anche in questo caso va trovato un accordo personale, come di recente accaduto con David Beckham che percepirà nei prossimi anni ben 45 milioni di dollari in tre anni grazie al contratto firmato con Electronic Arts, come svelato dai giornali pochi giorni fa.
Chissà che non sia stata proprio la notizia dell’ingente somma percepita da Beckham a scatenare le ire di Ibrahimovic 😅: sono ormai venti anni che il campione svedese è presente nei videogames calcistici e foto come quella seguente, così come l’intervista presente sul sito EA Sports (in cui afferma di essere contento del fatto che i suoi fan possano giocare impersonando lui in un videogame) rendono quanto meno poco plausibile l’ipotesi che non ne fosse a conoscenza. Senza poi tenere in considerazione che quest’anno il Milan, la squadra in cui milita, ha stretto una partnership proprio con EA Sports.
Ad avvalorare l’ipotesi che sia stata propria la notizia del contratto milionario di Beckham la goccia che ha fatto traboccare il vaso è il fatto che al momento le accuse di Ibrahimovic (a cui si sono aggiunte anche quelle del suo agente Mino Raiola) sono al momento rivolte solo verso EA Sports e non verso Konami che su PES utilizza la medesima “licenza d’uso” concessa da FIFPro!
Il giorno successivo è arrivata la replica di Electronic Arts che in un comunicato ha affermato:
La prima risposta di EA Sports e le repliche di Ibrahimovic e Raiola
“EA SPORTS FIFA è il videogioco di calcio leader nel mondo e, per creare un’esperienza autentica, anno dopo anno lavoriamo con numerosi campionati, squadre e talenti individuali per garantire i diritti di somiglianza dei giocatori che includiamo. Uno di questi è un rapporto di lunga data con il rappresentante globale dei calciatori professionisti, FIFPro, che collabora con una serie di licenziatari per negoziare accordi a vantaggio dei giocatori e dei loro sindacati”.
Vicenda chiusa? Assolutamente no!
Sia Ibra che Raiola hanno infatti replicato con nuovi tweet
“EA Sports, non sono un membro di FIFPro”, ha affermato il calciatore svedese
@EASPORTS I AM NOT A MEMBER OF @FIFPro https://t.co/awKTG8xz2B
— Zlatan Ibrahimović (@Ibra_official) November 24, 2020
“FIFPro ed il Milan non posseggono i diritti d’immagine dei calciatori. Sono certo che lo sapete visto che ve lo abbiamo detto più volte”, ha sottolineato il noto agente
FifPro and AC Milan do not have players individual rights as I’m sure you know and as we’ve told you many times @easports pic.twitter.com/dDT9LZ9Y5B
— Mino Raiola (@MinoRaiola) November 24, 2020
Alla protesta contro la FIFPro si è aggiunto poi Gareth Bale (che, per la cronaca, è stato anche sulla copertina inglese di FIFA 14)
.@Ibra_official Interesting… what is @FIFPro? 🤔 #TimeToInvestigate
— Gareth Bale (@GarethBale11) November 23, 2020
Ulteriori chiarimenti da EA Sports!
Ancora più chiara la risposta che Electronic Arts ha dato il 25 novembre:
In merito alle recenti discussioni sulle licenze dei giocatori in EA SPORTS FIFA, ciò che sta avvenendo sui social media è un tentativo di coinvolgere FIFA 21 in una disputa tra una serie di terze parti che ha poco a che fare con EA SPORTS.
Per essere estremamente chiari, abbiamo i diritti contrattuali di includere le sembianze di tutti i giocatori attualmente presenti nel nostro gioco. Come già affermato, acquisiamo queste licenze direttamente da campionati, squadre e singoli giocatori. Inoltre, lavoriamo con FIFPro per assicurarci di poter includere quanti più giocatori possibili per creare il gioco di calcio più autentico.
Nei casi sollevati, i nostri diritti sulle sembianze dei giocatori sono concessi attraverso il nostro accordo con l’AC Milan e la nostra partnership esclusiva di lunga data con la Premier League, che include tutti i giocatori del Tottenham Hotspur
Possibili conseguenze
Impossibile al momento dire come finirà questa vicenda che tuttavia rischia di cambiare per sempre (in peggio) tutti i videogames calcistici: si tratta come già detto infatti di un problema che non riguarda solo EA Sports FIFA ma tutti i giochi, come PES di Konami o Football Manager di Sega, che utilizzano nomi o fattezze reali dei calciatori, pagandone i diritti (è importante sottolineare questo aspetto) a FIFPro che da oltre 25 anni è stata riconosciuta dalla FIFA, dalla UEFA e perfino da organismi come la Comunità Europea, come rappresentante dei calciatori professionisti.
Se fosse messo in discussione il ruolo della FIFPro sarebbe infatti necessario per tutte queste software house mettere “sotto contratto” i singoli giocatori, operazione che non solo richiederebbe somme di denaro ingenti ma soprattutto tempi e risorse enormi, visto che trovare accordi, diversi uno dall’altro, con decine di migliaia di calciatori, diverrebbe una missione ai limiti dell’impossibile